Stipula di convenzioni e acquisto di generi alimentari per i meno abbienti
D: La nostra Avis vorrebbe sviluppare accordi e convenzioni con enti e società locali quali fiere espositive, musei e gallerie d'arte, catene di sale cinematografiche, enti culturali (es. F.A.I.), eventi sportivi, parchi divertimenti, eccetera per concedere ai donatori effettivi agevolazioni e sconti. L'attività sopra descritta può essere considerata di promozione istituzionale?
R: Non mi sembra vi siano aspetti negativi, in quanto si tratta di segnalare ai Vostri soci una serie di attività commerciali i cui titolari si sono dimostrati sensibili ai fini istituzionali dell'Avis. È vero che attraverso questa segnalazione gli operatori economici ottengono il beneficio di una promozione pubblicitaria, ma manca la certezza da parte dell'Avis di un qualunque corrispettivo economico. Questa segnalazione poi si traduce in una fidelizzazione dei donatori, che però sicuramente continueranno od inizieranno a donare perché condividono gli stessi ideali di solidarietà e non per gli sconti eventualmente concessi. Confermo quindi di non vedere in questa attività qualcosa di negativo sia statutariamente sia fiscalmente: tra l'altro, si tratta di iniziative che da tempo propongono molte delle nostre sedi.
D: Abbiamo ricevuto la richiesta di contribuire al rifornimento del magazzino Centro Caritas diocesano della nostra città, acquistando derrate alimentari o altro (pannolini, omogeneizzati, scatolame, eccetera). Quest'attività è compatibile con lo statuto della nostra associazione? Può essere considerata promozione istituzionale?
R: Direi che ci troviamo in presenza di una contribuzione ad attività di carattere sicuramente sociale ed assistenziale, che rientrano fra i nostri fini istituzionali, e come tali sicuramente consentite. Si tratta poi di partecipazione ad attività da cui scaturisce una promozione della nostra attività istituzionale: anche su queste quindi non vedo problemi particolari.
Risposte a cura di Giorgio Dulio, Tesoriere di AVIS Nazionale